In questa puntata del reportage del nostro viaggio in Cina racconteremo di un’altra parte delle visite a Pechino, ed in particolare l’esplorazione della Città Proibita e la visita della Grande Muraglia.
Giorno 3 – Secondo giorno a Pechino: la Città Proibita, il Palazzo d’Estate e serata a teatro.
Terminata la colazione ci mettiamo in autobus per andare alla Città Proibita, ovvero il Palazzo Reale di Pechino, una dei luoghi che dopo aver visto films come Hero e l’Ultimo Imperatore, attendevo con maggiore curiosità.
C’e’ molto traffico, anche perchè la Città Proibita è proprio in centro, e per raggiungerla impieghiamo più di mezz’ora.
Il tragitto ci consente di vedere – dal pullman – lo svolgersi della vita di Pechino. Notiamo soprattutto che, nonostante ci siano tantissimi palazzi molto moderni, questi sembrano completamente vuoti: la maggior parte delle persone si trovano inceve in strutture fatiscenti e in condizioni difficili, spesso notiamo che le situazioni forse più imbarazzanti per il Governo vengono nascoste da grandi cartelloni pubblicitari o propagandistici.
Le misure di sicurezza per entrare nella città proibita sono molte, c’e’ anche un checkpoint, ma per la verità nessuno ci dice nulla e passiamo senza problemi.
L’accesso alla città proibita è maestoso, con le mura altissime e completamente rosse, sormontate da edifici con il classico tetto orientale.
Ci sono tantissimi turisti a Pechino (lo so l’ho gia’ detto), e qui ancora di più, e dobbiamo stare attenti a non perdere il gruppo, anche perchè la guida come al solito ha messo la quinta… 😛
Entriamo nel cortile principale (quello dove sono stati girati molti films), ma purtroppo anche qui sono in corso dei lavori di ristrutturazione e ci sono transenne e impalcature dappertutto… la maestosità dell’ingresso pero’ viene meno quando si entra (non vi arrabiate, è solo un parere personale!): probabilmente perchè gli edifici molto bassi e il cortile molto ampio, ma spoglio, non aiutano. Poi, vabbè, dalla foto qui a fianco l’avrete capito, l’edificio principale e relativa la scalinata sono “incellophanati” per lavori di restauro per le Olimpiadi di Pechino 2008. Un vero peccato.
La visita prosegue nel resto dei cortili e delle stanze, alcune con le porte aperte che consentono di sbirciare all’interno.
La folla di turisti cinesi che si trova nelle aree più esterne viene meno man mano che ci si addentra all’interno della Città Proibita. La nostra guida però sembra una maratoneta: non c’e’ verso di avere due minuti per respirare un po’ meglio l’aria e il silenzio della Città Proibita, oppure anche solo avere il tempo di fare una foto in tutta calma senza dover poi rincorrere il gruppo 😛 …
La visita alla Città Proibita termina con la sosta allo shop… qui iniziano ad alzarsi le prime voci di disapprovazione nel nostro gruppo … “abbiamo corso tutto questo tempo ed ora facciamo una sosta di un’ora e mezzo nello shop? A che serve?”. Gia, a che serve?…
L’uscita dalla Città Proibita ci consente di fare la conoscenza con una delle peculiarità della Cina: i venditori ambulanti. A differenza dei nostri, che hanno dei piccoli chioschi o la merce poggiata su un lenzuolo per terra, qui i venditori ambulanti sono più “aggressivi”. Spesso armati di valigetta, vengono incontro al turista e ad un metro la spalancano offrendo orologi, collane, cartoline, ecc.
La contrattazione è obbligatoria, spesso si possono ottenere degli oggetti con uno sconto anche dell’80% rispetto al prezzo dipartenza. Il problema è che in alcuni luoghi maggiormente frequentati dai turisti ci sono così tanti venditori che quasi diventa difficile passare!
Terminata la visita alla Città Proibita ci dirigiamo al Friendship Hotel, dove ci viene servito il nostro primo pranzo cinese.
Il locale è molto bello, la sala molto ben arredata; il pranzo ci viene servito come da tradizione cinese, ovvero in tavoli tondi con un grande vassoio rotante al centro: qui vengono posate le pietanze, ed ognuno dei commensali può prendere la sua porzione.
Anche il pranzo è molto buono, non sarà sempre così nel resto del viaggio, ma devo dire che l’organizzazione della Chinasia è sempre stata molto buona.
Il pomeriggio è dedicato alla visita del Palazzo d’Estate, a pochi chilometri dal centro di Pechino.
Il Palazzo d’Estate è uno dei giardini imperiali più vasti e meglio conservati della Cina. Purtroppo anche qui molti edifici sono in ristrutturazione, ed ancora una volta la nostra guida non ci consente di apprezzare con più calma la bellezza di questo posto. Oltretutto, l’impressione è che non ci venga mostrato tutto il complesso ma solo un piccolissima parte: la nostra visita si limita ad una veloce passeggiata nei giardini, ma del “palazzo” non vediamo nulla. Ancora peccato.
Completata la visita al Palazzo d’Estate, procediamo con quella ad un allevamento di perle. Ci viene mostrato brevemente il processo di allevamento, e alla fine veniamo fatti accomodare nello shop della fabbrica: ci viene detto anche dalla guida che la fabbrica è Nazionale e qui i prezzi sono imposti, non è possibile contrattare. Come accaduto in precedenza, anche qui dobbiamo restare per circa un’ora. Parte dei prodotti sembrano di buona fattura, ma i prezzi sono molto alti soprattutto rispetto a quanto è possibile trovare in città; inoltre, nonostante quanto comunicatoci, anche qui molti riescono a contrattare sul prezzo finale.
Insomma, l’impressione che inizia ad affiorare è quella di essere condotti attraverso un “percorso prestabilito” di strade e luoghi appositamente preparati per i turisti, con l’obiettivo di nascondere i maggiori problemi sociali e – possibilmente – vendere al turista quanti più prodotti.
In serata ci rechiamo al Red Theatre di Pechino dove va in scena “the Legend of Kung Fu”. Inizialmente ero molto scettico, pensavo che fosse una di quelle rappresentazioni finte folkloristiche per turisti per spillare soldi.
In effetti la sala è piena di occidentali, ma presto mi devo ricredere: la regia, la storia i costumi e le musiche sono davvero molto suggestive, non ci si annoia.ù
Verso metà della rappresentazione, in sala si aprono le porte laterali, e fa ingresso un esercito di guerrieri con alcuni grossi pali in spalla. Corrono (al buio) verso il corridoio centrale… guarda caso il mio posto è proprio sul corridoio, e al loro passaggio prendo un calcio da uno di questi guerrieri… acc… in effetti mi ero messo un po’ troppo “comodo”… 😛
Insomma, se doveste avere la possibilità, vi consiglio caldamente di andare a vederlo: non ve ne pentirete! Solo… ricordate di mettervi comodi ma… composti se ci tenete alle vostre ginocchia! 🙂
Giorno 4 – Le Tombe Ming, la Via Sacra e la Grande Muraglia
Il nostro quarto giorno in Cina è incentrato completamente sulla visita di alcuni luoghi al di fuori di Pechino: le Tombe dei Ming, la Via Sacra e (soprattutto) la Grande Muraglia Cinese: insomma ci aspetta una lunga giornata.
La mattina è dedicata completamente alla visita delle Tombe Ming e della via sacra. Nelle prime abbiamo la possibliltà di apprezzare gli abiti degli imperatori della più importante dinastia cinese, mentre con la passeggiata nella Via Sacra (chiamata così proprio perchè conduce alle tombe della dinastia Ming) possiamo rilassarci nel silenzio della campagna cinese ed ammirare le statue che finacheggiano la strada: animali, guerrieri, creature mitologiche.
Al termine della passeggiata saliamo sul bus per la prossima destinazione; la guida, arrivata molto prima di noi, ha fretta di partire per la nostra prossima mèta: ristorante per il pranzo, ma preceduto dalla visita alla fabbrica di vasi cinesi (!)…
Il cliché è sempre lo stesso: veniamo introdotti nella fabbrica dove ci viene mostrato il processo di produzione.
Dopo la veloce visita, veniamo fatti accomodare nello shop della fabbrica dove potremo trovare molti prodotti pregiati ma, dove non sarà possibile contrattare perchè la fabbrica è Nazionale ed i prezzi imposti.
I prezzi sono clamorosamente alti e (ignoranza nostra?) gli oggetti veramente molto simili a quelli che possono essere trovati in un negozio cinese in Italia.
Noi e altri del gruppo decidiamo quindi di attendere l’ora di tempo libero nello shop direttamente al ristorante al piano di sopra.
Dopo pranzo proseguiamo per la prossima destinazione: la muraglia cinese, a Badaling.
Molto suggestivo l’avvicinarsi al luogo d’accesso alla muraglia: dapprima la strada viene circondata dalle colline a nord di Pechino, poi pian piano dall’autobus cominciano ad affiorare le prime “creste” sulle cima, poi diventano sempre più numerose… sembra di essere circondati da un dragone cinese.
Ovviamente la muraglia cinese è piena di turisti e venditori ambulanti. Saliamo e la guida ci dà un pò di libertà: ci viene spiegato che abbiamo un paio d’ore a nostra disposizione per passeggiare sulla muraglia.
E’ possibile effettuare la visita della Grande Muraglia in due direzioni: possiamo procedere verso nord, dove la strada è più pianeggiante, ma proprio per questo molto battuta dai turisti; oppure verso sud, “un pò più ripida”, ma con meno gente.
Decidiamo di proseguire in direzione sud… la strada è veramente dura, alcune pendenze sono molto ripide e sotto il sole è davvero dura.
Però il panorama è veramente fantastico, e ripaga tutta la fatica.
Dopo due ore al sole siamo abbastanza “cotti”: è tempo di tornare all’autobus, e poter acquistare qualche bevanda rinfrescante.
La giornata è stata faticosa, e al ritorno in hotel possiamo godere di un’oretta di relax (si, i tempi sono sempre molto stretti). Infatti ancora non è tempo di andare a dormire: ci attende una cena a base di uno dei piatti più importanti della cucina pechinese.
Per la nostra ultima sera a Pechino, Chinasia ha organizzato una cena a base di anatra laccata.
Ottimo ristorante e ottima cena davvero! Consigliatissimo, anche perchè l’anatra laccata sembra normale pollo italiano e dopo qualche giorno passato mangiando solo cibo cinese, cominciamo a sentire nostalgia dei sapori nostrani.
L’anatra laccata viene servita assieme a dei pani circolari (tipo “piadine”): qui si devono posizionare i pezzi di pollo puliti davanti al nostro tavolo dallo chef (credo), quindi i pani vengono arrotolati o ripiegati: ottimi! 🙂
L’ultima cena a Pechino ci ha dato la possibilità di assaggiare un vino cinese, non male, molti nel nostro tavolo ne approfittano (anche io) e alla fine della serata siamo tutti un po’ allegri, ma anche molto stanchi.
E’ tempo di andare a dormire: domani si deve ripartire per le ultime visite a Pechino, poi dovremo andare in aeroporto destinazione Xi’An…
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