L’ultimo giorno nel Red Centre si apre la mattina prestissimo: oggi abbiamo infatti il tour di Uluru che ci sonsentirà di ammirare Uluru alle prime luci dell’alba, per poi proseguire con il tour guidato tutt’attorno ad essa.
La partenza dall’hotel è fissata alle 4.30, è ancora notte… saliamo sul bus e in circa 20 minuti siamo alla prima stazione, un parcheggio dove assieme al nostro bus se ne fermano molti altri.
La foto in alto, nonostante sia mossa (non ho il cavalletto e la velocità dell’otturatore era ridotta al minimo per catturare più luce possibile), mostra più o meno dove ci trovavamo.
Qui in questo parcheggio vengono allestiti una serie di panchetti con un po’ di vivande: questo tour di Uluru prevede infatti la colazione all’aperto. La qualità del cibo non è granchè, sembrano per lo più prodotti confezionati da discount (molto diversi dall’aperitivo che abbiamo gustato al tramonto alla fine del tour Kata Tjuta e la Valle dei Venti). Ma va bene lo stesso, prendiamo un paio di succhi di frutta in più da consumare nel corso della mattinata e procediamo.
NOTA: qui nella foto in alto potete vedere le condizioni di luce che c’erano effettivamente al nostro arrivo, praticamente buio pesto. Siamo infatti in pieno Outback Australiano e non c’è illuminazione pubblica, nè sulle strade e nemmeno nei parchegghi. In queste situazioni fate attenzione ad allontanarvi troppo dai gruppi di persone perchè girano ancora animali selvatici come i dingo: noi ne abbiamo visti diversi mentre procedavamo col bus verso questo parcheggio. Non ne abbiamo visti una volta scesi (probabilmente evitano di avvicinarsi troppo a folti gruppi di persone), ma comunque tenete sempre presente questa eventualità.
Terminata la colazione possiamo procedere tramite delle strutture di legno alla vicina piattaforma bi-piano per lo spettacolo dell’alba su Uluru.
Peccato che il tempo oggi sembra non assisterci: ci sono dei brutti nuvoloni scuri che promettono pioggia e che certamente non ci consentiranno di scattare delle belle foto di Uluru.
In lontananza vediamo che gli autobus della AAT Kings erano diversi, laggiù si scorgono anche i piccoli allestimenti per la colazione, che le guide stanno già smontando.
Il sole inizia ad alzarsi e la luce si fa più intensa, non troppo visti i nuvoloni, ma le persone cominciano ad ammassarsi sulla piattaforma per accaparrarsi i posti migliori.
Restiamo qui circa una mezz’ora, per ammirare Uluru in tutta la sua magnificenza, scattare quelche foto ricordo, e per consentire alle guide di sparecchiare i banchetti della colazione e organizzarsi per accoglierci nuovamente e partire per i tours.
Torniamo sull’autobus – nel frattempo le guide ci hanno “smistato” in autobus diversi a seconda del tipo di tour. Questa foto è solo per farvi vedere la qualità degli interni degli autobus AAT Kings. Davvero ottimi e confortevoli.
Anche questa foto vi vogliamo mostrare l’esterno di questi autobus, nel caso doveste perdervi 🙂
Nel tragitto di avvicinamento possiamo osservare Uluru sempre più da vicino e da prospettive diverse, alcune delle quali le abbiamo mai viste in foto: notiamo che la sua forma è molto più frastagliata rispetto a quanto pensavamo.
Finalmente scendiamo dal bus: siamo solo a pochi metri dal mitico Uluru! La nostra guida è una ragazza giovane ma già molto esperta, molto disponibile a fornirci ogni informazione aggiuntiva nei momenti di pausa tra una descrizione di un luogo ed un altro… pause che sono molto frequenti dal momento che ci spostiamo a piedi: così possiamo parlare anche del più e del meno…
Il nostro gruppo è piuttosto ristretto, siamo solo 10-12 persone tutte adulte, il che non guasta visto che dovremo camminare molto.
Il tour di questa mattina consiste infatti nel percorrere il periplo completo di Uluru. Questo cartello mostra sia i percorsi disponibili sia danno un’idea della reale forma di Uluru.
Il percorso previsto per il nostro tour è il “base walk” di circa 11 km.
Non possiamo fare foto a tutto: come sapete Uluru è la montagna sacra delle popolazioni aborigene, ed in particolare alcune sue aree sono sacre e per rispetto verso i locali si consiglia di non fotografarli. E così facciamo…
Ecco una delle prime tappe del nostro percorso: il Kulpi Watiku, una delle prime caverne create dagli aborigeni per trovare riparo.
Sostiamo dentro questa particolarissima caverna per una decina di minuti, ascoltando le storie narrate dalla nostra guida.
Il Kulpi Watiku è davvero molto particolare, ed ormai grazie all’erosione degli agenti atmosferici ha assunto una forma molto morbida ed arrotondata che si sposa perfettamente con il resto delle insenature di Uluru.
Il Kulpi Watiku ha altre particolarità: esso infatti custodisce antichissimi murales aborigeni, scolpiti sul ampie parti delle pareti.
Procediamo il nostro tour di Uluru avvicinandoci sempre più alle pareti della montagna.
In molte parti della montagna si possono notare delle lunghe strisce nere: sono il risultato delle acque che scendono dalla cima della montagna a seguito delle piogge.
Altre particolarità sono la continua erosione della montagna che, con il tempo ha creato dei “buchi”. Ovviamente è vietato arrampicarsi, anche se la nostra guida ci ha raccontato che alcuni turisti sono soliti arrampicarsi fin lì sopra per farsi immortalare al loro interno.
Arriviamo quindi ad una delle aree più conosciute: il punto di arrampicata sul monte Uluru: oggi a causa delle cattive condizioni meteo – il forte vento ed il rischio di piogge – non è possibile arrampicarsi.
Come vedete l’accesso oggi è sbarrato con tanto di cartelli che indicano il divieto di arrampicarsi per ragioni di sicurezza ed il rischio di incorrere a sanzioni pecunarie. Questo perchè l’arrampicata è molto ripida, il fondo scivoloso e non ci sono punti di appoggio. Nel corso degli anni molte sono le persone morte nel tentativo di arrivare in cima.
Sebbene l’arrampicata sul monte Uluru sia oggi ancora consentita, vi ricordiamo che è fortemente sconsigliato per rispetto della popolazione aborigena, che considera questa una montagna sacra.
Siamo più o meno a metà strada e finalmente dopo tanto camminare possiamo riposarci un po’ in quest’area di sosta, anche perchè inizia a piovere.
Dopo la breve sosta riprendiamo il cammino, la guida ci mostra il perchè della pericolosità della scalata del monte Uluru: dopo la prima parte mediamente ripida, ce ne sono altre due ancora più ripide ed esposte ai venti.
Proseguiamo la nostra passeggiata, e non possiamo che approfittare di ogni angolo per farci scattare delle foto ricordo…
Ad un certo punto entriamo attraverso un sentiero all’interno della montagna, almeno questo è quello che ci sembra.
Ed arriviamo ad un’altra caverna particolarissima, le cui pareti – ed i soffitti – sono pieni di antichissimi murales.
Siamo in un’altra caverna molto importante per la cultura aborigena: la caverna chiamata Kulpi Mutitjulu.
Proseguiamo addentrandoci ancora più all’interno di questo sentiero, sembra dentro la montagna.
Ed eccoci giunti al Mutitjulu Waterhole, un punto di raccolta naturale dell’acqua piovana, ed usato dagli aborigeni come una cisterna e riserva d’acqua, elemento preziosissimo in queste zone.
Il Mutitjulu Waterhole è un posto magico, dall’atmosfera unica, e non resistiamo anche qui a farci fare una foto ricordo.
Ormai il nostro tour sta per volgere al termine, e forse per questo di tanto in tanto ci attardiamo dal nostro gruppo per fissare qualche volta in più gli angoli di Uluru che oggi siamo riusciti a scoprire…
… facendoci avvolgere quando possibile dalle sue rocce rosse, lisce e tondeggianti da sembrare non essere fatte di roccia, ma di un materiale molto più morbido.
Torniamo al bus e ripartiamo in direzione dei nostri hotel: abbiamo lasciato lì le nostre valigie e subito dobbiamo prendere un altro autobus che ci porterà dall’Ayers Rock Resort in aeroporto dove il primo pomeriggio abbiamo il volo per Cairns.
Così con il tour di Uluru di questa mattina si conclude la nostra esperienza nel Red Centre, l’Outback australiano. Nonostante la sfortuna di aver perso un tour, è stata un’esperienza molto interessante e assolutamente da fare.
Ora ci aspetta Cairns, con l’Oceano Pacifico, la Grande Barriera Corallina e la foresta pluviale. Ma questo lo vedremo nelle prossima puntata del nostro Viaggio in Australia…
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