In questo articolo vi racconteremo il nostro arrivo ad Ayers rock ed il tour nella Valle dei Venti, tra i monti Katja Tjuta.
Eccoci ad un’altra tappa del nostro fantastico Viaggio in Australia: il Red Centre, per la precisione Ayers Rock. Partiamo la mattina da Melbourne, dirigendoci in aeroporto con il jetbus (lo stesso mezzo che avevamo usato al nostro arrivo), e con un volo Jetstar – puntualissimo – partiamo alla volta dell’area più arida dell’Australia.
Vi consigliamo fortemente il volo della Jetstar in quanto, oltre ad essere più economico tra quelli delle tre compagnie disponibili, è forse l’unico che vi consentirà di arrivare di mattina, fare il checkin in hotel ed essere pronti per partire per un tour pomeridiano: non sprecherete così una giornata.
Ricordate solo di trovare il tempo per acquistare dell’acqua da portarvi nel tour, è molto importante se troverete delle giornate di sole qui nel Red Centre: il cado sarà afoso e ne avrete bisogno.
In fase di atterraggio, il paesaggio con il colore rosso che domina su tutto il resto è davvero molto diverso da quelli con il verde lussureggiante della costa meridionale australiana. In lontananza si vede qualche nuvolone e probabilmente sta anche piovendo…
L’eroporto è davvero molto piccolo e ridotto all’osso, immerso nel deserto, ma d’altronde qui non c’è molto altro. Ovviamente però è tutto gestito alla perfezione.
Qui siamo ancora sulla pista e dobbiamo entrare nell’aeroporto per recuperare le nostre valigie, ma il cartello ci indica che siamo in effetti arrivati all’Ayers Rock Resort: infatti appena usciti troveremo ad accoglierci numerosi bus della AAT Kings totalmente gratuiti e che ci porteranno direttamente al nostro hotel.
Questo cartello in più lingue affisso in aeroporto ci ricorda che siamo in un territorio che, seppur ben organizzato e dove l’uomo si è insediato perfettamente, rimane pur sempre selvaggio, e dobbiamo fare attenzione a quanto ci circonda: nella fattispecie si avvisa di fare attenzione ai dingo ed ai cani selvatici, di non avvicinarsi troppo ad essi e in caso di incontri dobbiamo restare calmi, non correre o agitare le braccia, allontanarsi lentamente e possibilmente chiamare aiuto. Fortunatamente non abbiamo avuto questo genere di incontro.
Eccoci dunque proprio di fronte alla reception del nostro hotel, l’Outback Pioneer Hotel + Lodge dell’Ayers Rock Resort, pronti per il checkin.
Il personale della reception è molto professionale e gentile, tuttavia il fatto che si arrivi tutti assieme rende un po’ lunghe le procedure di checkin: nonostante siano 3 gli addetti all’accoglienza dobbiamo attendere il nostro turno per oltre venti minuti. La sala d’attesa è piena di divani, buon per l’attesa del nostro turno e nei giorni seguenti anche per attendere i bus per le partenze dei tour.
Finalmente prendiamo possesso della nostra stanza: il Pioneer hotel è un “hotel diffuso”, non ha cioè un’unica struttura ma è composto da numerose costruzioni a piano terra sparpagliate sul retro della reception, in ognuna delle quali sono presenti 3-4 stanze per gli ospiti.
La nostra stanza è piuttosto spaziosa e seppur “basica” ha tutto quello di cui abbiamo bisogno, aria condizionata, bagno, una bella finestra che ridà sul giardino. Buona anche la pulizia e, fortunatamente per quanto riguarda la presenza di animali o insetti, noi in stanza non ne abbiamo trovati: da questo punto di vista siamo rimasti ottimamente impressionati dal momento che tutto attorno alla nostra stanza c’era vegetazione.
Il tempo di darci una veloce rinfrescata e torniamo alla reception dove alle 14.30 circa ci attendono le guide e autisti dell’AAT Kings per la partenza del nostro primo tour a Ayers Rock: la visita ai monti Kata Tjuta e la Valle dei Venti. Il bus è un granturismo da 60 posti, pulitissimo e nuovo, aria condizionata. Ci accompagnano in questo tour due guide / autisti, entrambi piuttosto giovani.
Eccoci alla prima tappa del nostro primo tour, ci dirigiamo in uno dei punti di osservazione panoramici e per la prima volta mettiamo i piedi sulla terra rossa dell’Outback Australiano.
Da qui possiamo ammirare le montagne del Kata Tjut (monti Olga) in tutto il loro splendore.
Dopo la breve sosta per scattare le foto ricordo di rito, ripercorriamo lo stesso passaggio per tornare all’autobus ed avvicinarci alle montagne.
Scendiamo dal bus: la prima tappa, molto importante da queste parti, è l’Emergency Radio. Nei parcheggi e all’inizio dei sentieri se ne trova sempre una, e la nostra guida ci ricorda che è fondamentale sapere che ci sono e possibilmente cercare di ricordare dove si trovano, in modo da poterle raggiungere e chiamare soccorsi in caso di bisogno.
Poi ci viene fatta un interessante spiegazione di come si siano formate queste montagne e quella di Uluru, i cui processi di formazione sono stati differenti ma entrambi hanno consentito la creazione di due “cattedrali nel deserto”, qui dove tutto è totalmente piatto.
Inizia il nostro, il cielo è coperto da nuvole grigie, speriamo che non si metta a piovere… ad ogni modo per ora va bene così perchè nonostante il sole non si veda fa lo stesso un gran caldo!
Ok ok … la smetto di fare le foto… in effetti per ammirare il panorama ci stiamo attardando ed il resto del gruppo si allontana…
Ma questi paesaggi quasi lunari sono molto particolari e meriterebbero di soffermarsi almeno qualche minuto per contemplarli. Invece il nostro gruppo va via spedito…
Questa prima parte di camminata non è particolarmente impegnativa, anche se in generale non ci sentiamo di consigliarla a persone non troppo allenate o ad anziani non abituati a lunghe passeggiate: il passo tenuto dalla nostra guida è piuttosto veloce, la temperatura è molto alta ed alcuni tratti sono ripidi. Nessuno però è pericoloso o c’è il rischio di cadere in crepacci.
Di tanto in tanto le montagne si aprono per lasciarci ammirare il panorama.
Dopo circa mezz’ora di cammino arriviamo tutti assieme alla prima sosta. Nel primo punto di osservazione – Karu – possiamo riposarci e dissetarci, ma senza possibilità di ripararci dall’ombra: qui non ci sono alberi e la vegetazione è ridotta al minimo.
Dopo una sosta di circa 15 minuti, ripartiamo, ma il nostro gruppo si divide in due: poichè il resto del percorso che ci attende comprende diversi tratti impervi, le due guide ci offrono di scegliere se continuare nel percorso “difficile” oppure proseguire su un altro più semplice ma meno panoramico.
Noi decidiamo per il percorso più arduo assieme ad altre coppie ed anche ad una famiglia con bambini.
Il percorso che ci attende ci rivela fin da subito alcuni scorci di montagne “gommose” tipiche del Kata Tjuta, che ricordiamo è il nome aborigeno (il nome inglese è Olgas). Qui stiamo percorrendo un sentiero tra le montagne ricco di vegetazione.
Lasciamo il sentiero pianeggiante per iniziare la nostra salita tra le montagne: qui la vegetazione si dirada progressivamente lasciando man mano il posto ad un’area per lo più rocciosa.
Finalmente iniziamo ad addentrarci all’interno delle montagne…
Un’ultima foto prima di impegnarci nel sentiero più impervio, scivoloso e ripido di questo tour nella Valle dei Venti.
Alcune pareti della montagna sono di un colore molto particolar, meno rosso e dalle forme molto sinuose e morbide, probabilmente dovuto a differente composizione mineraria che ha fatto si che venisse modellata in modo ancora più evidente dai vari agenti atmosferici.
Questo tratto inizia ad essere impegnativo, più che altro perchè le rocce sono scivolose, ma nonostante tutto riusciamo a stare al passo della guida.
Ed eccoci finalmente all’ultimo punto di osservazione, in cima a questo valico. La foto qui sopra mostra gli ultimi componenti del nostro gruppo raggiungerci.
Anche qui facciamo una sosta di circa 15 minuti, prima di rimetterci in marcia.
Quest’ultima sosta ci lascia ammirare l’ultimo stupendo panorama dei Kata Tjuta, che scopriamo essere un complesso montuoso molto più grande ed articolato di Uluru.
Il sentiero proseguirebbe verso il basso, per accedere ad un’altra valle, ma inizia ad essere pomeriggio inoltrato ed è tempo di tornare alla base. Gli ultimi minuti di sosta prima di rimetterci in cammino.
Eh si, un’ultima foto anche questa volta…
Ripercorriamo lo stesso percorso dell’andata e torniamo sul bus, per rimetterci in cammino verso la successiva destinazione. Nel frattempo possiamo ammirare ancora una volta il Kata Tjuta da altre angolazioni e con altri colori, dal momento che è tardo pomeriggio ed il sole comincia a scendere.
Eccoci quindi arrivati: il nostro Tour nella Valle dei Venti e Kata Tjuta prevede infatti un aperitivo all’aperto al tramonto con lo spettacolo di queste montagne. Ci dirigiamo dunque al punto di ristoro.
Mentre noi ci guardiamo intorno, i nostri accompagnatori prendono tutte le attrezzature necessarie per la preparazione dell’aperitivo (ma la foto ci serviva anche per farvi vedere il bus con il quale siamo andati in giro in questo tour).
Mentre attendiamo il preparativo, finalmente iniziamo a rilassarci e a gustarci il panorama.
Tempo nemmeno 10 minuti che le due guide hanno preparato tutto: tavolo, tovaglia sedie e tutte le vivande, comprese bevande alcoliche e non.
Tutto quello che ci viene servito è di buona qualità e molto abbondante; diversamente da quanto di solito accade in questi tour dove tutto quello che viene dato è contato con il contagocce, qui i ragazzi non lesinano con i quantitativi e ci chiedono sempre in maniera molto garbata di servirci.
Vengono anche aperte diverse bottiglie di vino (io ne approfitto un po’ troppo 😀 ). Insomma l’aperitivo diventerà la nostra cena e tornando in hotel non sentiremo il bisogno di mangiare altro.
In definitiva il nostro giudizio su questo tour è senza dubbio positivo: un ottimo modo per fare la conoscenza dell’Outback australiano, sicuramente aiutati dal fatto che il cielo sia stato coperto per larghi tratti del pomeriggio, cosa che ha reso molto tollerante la nostra esperienza.
Torniamo in hotel verso le 20.30 stanchi si, ma anche soddisfatti della giornata, e già siamo protesi verso la giornata di domani: infatti dovremo svegliarci prestissimo per l’inizio di un altro tour, questo si che si presenta molto faticoso: il day tour al Kings Canyon, con partenza alle 4.30 di mattina e ritorno nel tardo pomeriggio.
Purtroppo però al nostro rientro in camera, troviamo una comunicazione di AAT Kings: il tour è stato annullato perchè a causa delle forti piogge al Kings Canyon ci sono stati degli allagamenti ed i rangers del parco hanno chiuso quelle zone per ogni tipo di escursione.
Quando dici la sfiga: siamo nel deserto australiano e non solo piove, ma piove così tanto che il posto dove dobbiamo andare si allaga… non un altro posto, solo quello lì. Vabbè, sono inconvenienti che possono capitare. La comunicazione di AAT Kings dice inoltre che volendo potremmo optare per un’altra escursione oppure richiedere un rimborso. Ormai sono le nove di sera ed è tardi sia per contattare il tour operator che per organizzarci diversamente.
Decidiamo di attendere l’indomani per decidere il da farsi. Ora siamo troppo stanchi e preferiamo andare a nanna…
Seguiteci con il racconto del secondo giorno nel Red Centre Australiano, in preparazione al nostro tour e visita ad Uluru del terzo giorno.
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